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Vademecum per i genitori

Dalle risorse materiali dell’IC di Turbigo a cura dell’insegnante referente DSA Di Piazza M. Luisa

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Istituto Comprensivo di Induno Olona

Dalle risorse materiali dell’IC di Turbigo

a cura dell’insegnante referente DSA Di Piazza M. Luisa

 

VADEMECUM PER I GENITORI

 

Cos’è la dislessia? Come si manifesta a scuola e a casa?

La dislessia evolutiva è un disturbo (non una malattia) che riguarda la capacità di leggere e scrivere in modo corretto e fluente. Leggere e scrivere sono atti così semplici e automatici che risulta difficile comprendere la fatica di un bambino dislessico.

Purtroppo in Italia la dislessia è poco conosciuta, benché si calcoli che riguardi almeno 1.500.000 persone. La dislessia non è causata da deficit cognitivi (intelligenza), né da problemi ambientali o psicologici, né da deficit sensoriali (vista -udito) o neurologici.

La difficoltà di lettura può essere più o meno grave e spesso si accompagna a problemi nella scrittura e/o nel calcolo.

Il ragazzo dislessico può leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando al massimo le proprie capacità e le sue energie, poiché non può farlo in maniera automatica. Perciò si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro, non impara. La difficoltà di lettura può essere più o meno grave e spesso si accompagna a problemi nella scrittura, nel calcolo e, talvolta, anche in altre attività mentali come nella memoria di lavoro che permette la conservazione temporanea di informazioni utili a eseguire un certo compito. Tuttavia questi bambini sono intelligenti e -di solito -vivaci e creativi.

Il bambino spesso compie nella lettura e nella scrittura errori caratteristici come l’inversione di lettere e di numeri (es. 21 -12) o la sostituzione di lettere (m/n; v/f; b/d, a/e), a volte non riesce ad imparare le tabelline e alcune informazioni in sequenza come le lettere dell’alfabeto, i giorni della settimana, i mesi dell’anno. Può fare confusione per quanto riguarda i rapporti spaziali e temporali (destra/sinistra; ieri/domani; mesi e giorni) può avere difficoltà nell’esposizione orale di contenuti complessi: in particolare nelle interrogazioni la necessità di controllo linguistico è maggiore e l’emozione pure, quindi la difficoltà emerge in modo più evidente rispetto al linguaggio quotidiano. In alcuni casi sono presenti anche difficoltà in abilità motorie fini (ad esempio allacciarsi le scarpe), nel calcolo, nella capacità di attenzione e di concentrazione. Spesso il bambino finisce con l’avere problemi psicologici, ma questo è solo una conseguenza, non la causa della dislessia.

Anche dopo le elementari persistono lentezza ed errori nella lettura, che spesso ostacolano la comprensione del significato del testo scritto. I compiti scritti richiedono un forte dispendio di tempo. Il bambino appare disorganizzato nelle sue attività, sia a casa che a scuola. Ha difficoltà a copiare dalla lavagna e a prendere nota delle istruzioni impartite oralmente, a prendere appunti. Per questi insuccessi talvolta perde la fiducia in se stesso e può avere alterazioni secondarie del comportamento.

          Quali sono i DSA?

I DSA sono: dislessia (difficoltà di lettura), disgrafia (disturbo nell’esecuzione del tratto grafico), disortografia (disturbo della competenza ortografica, cioè difficoltà nel trasformare il linguaggio parlato nel linguaggio scritto) discalculia (difficoltà del calcolo e dell’elaborazione numerica).

 Cosa fare se ho il sospetto che mio figlio/a sia dislessico? A chi rivolgersi per avere una diagnosi?

Se si hanno dubbi che un bambino abbia difficoltà di apprendimento è necessario richiedere una valutazione specialistica (a un neuropsichiatra infantile o a uno psicologo). Per una tale valutazione ci si può rivolgere alla propria ASL di appartenenza (Servizio di Neuropsichiatria Infantile o Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile o di Neuropsicologia), oppure a specialisti che svolgono privatamente la libera professione.

E’ molto importante informarsi sui tempi necessari, non solo per avere una prima visita, ma soprattutto su quelli necessari ad avere una valutazione conclusiva da presentare a scuola in tempo utile in modo che possano essere presi i provvedimenti del caso.

Lo specialista potrà fare una diagnosi di Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) solo in seguito alla valutazione clinica.

La diagnosi, in due copie, deve essere portata presso la segreteria della scuola e fatta protocollare.

In cosa consiste la valutazione? Quali sono i test da fare?

La valutazione, e la stesura della diagnosi, sono di stretta pertinenza specialistica. Insegnanti, operatori, tecnici della riabilitazione (logopedisti e psicomotricisti), ecc. possono somministrare solo alcuni dei test necessari per una corretta valutazione diagnostica (ad esempio le “Prove MT”). Tali prove, somministrate da queste figure professionali, non hanno in alcun modo valore diagnostico, ma possono servire come indicazione per inviare il ragazzo allo specialista.

Qual è la normativa vigente in merito ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento?

La normativa sui DSA consiste in una serie di note ministeriali emanate, nel corso degli ultimi anni, dal Ministero dell’Istruzione e da alcuni Uffici Scolastici Regionali. Note e circolari fanno riferimento alla normativa scolastica vigente che prevede la personalizzazione del percorso didattico. Tali circolari indicano il dovere da parte delle istituzioni scolastiche di predisporre un Percorso Didattico Personalizzato ( PDP), talora indicato anche come PEP (Percorso Educativo Personalizzato) nei confronti di tutti gli alunni con diagnosi specialistica di DSA.

La realizzazione del PDP implica l’adozione di tutte le misure dispensative e compensative, appropriate all’entità ed al profilo della difficoltà, in ogni singolo caso, coerentemente con quanto indicato dalle note ministeriali. La valutazione delle prove dovrà essere fatta, in coerenza con i provvedimenti dispensativi e compensativi adottati, in tutte le fasi del percorso scolastico sulla base del percorso personalizzato predisposto per il ragazzo.

La richiesta di Percorso Didattico Personalizzato responsabilizza la famiglia riguardo alla conoscenza della normativa.

E’ necessario che nella scelta delle misure compensative e dispensative vengano sentiti lo specialista, quando possibile, la famiglia e lo studente stesso, che più di ogni altro può esprimere esigenze relative alla “personalizzazione” del percorso che lo riguarda direttamente e di cui si auspica sia progressivamente sempre più consapevole.

Cosa sono gli strumenti compensativi e dispensativi?

Le misure compensative sono strategie o strumenti, informatici e non, che hanno lo scopo di compensare il disturbo supportando i ragazzi in quelli che sono i loro punti di debolezza dovuti ai DSA. Sono strumenti compensativi ad esempio il pc, la sintesi vocale, la calcolatrice, la tabella delle formule, la tavola pitagorica, l’utilizzo di mappe concettuali o mentali e cartine durante le interrogazioni, il dizionario digitale, una diversa presentazione delle modalità di verifica, ecc.

Sono invece misure dispensative: gli esercizi più corti, evitare la lettura a voce alta, ridurre i compiti a casa, evitare l’apprendimento mnemonico, ecc.

La loro applicazione è prevista dalle note ministeriali in tema di DSA. L’utilizzo di tali strumenti in classe e a casa non elimina il disturbo, ma agevola l’apprendimento e richiede da parte degli insegnanti la conoscenza del disturbo e delle sue manifestazioni.

Gli ausili utilizzati a scuola e casa devono essere il più possibile adattati alle caratteristiche specifiche di ciascun bambino. Gli interventi migliori sono quelli altamente personalizzati.

Quali interventi riabilitativi o trattamenti sono indicati?

Sarà lo specialista a valutare se un trattamento è indicato e quale. Non è possibile individuare un trattamento efficace per tutti i bambini. Questo deve essere individualizzato e basato non solo sulle caratteristiche e manifestazioni del disturbo, ma dovrà tenere conto delle abilità integre, i cosiddetti punti di forza. I trattamenti riabilitativi hanno minore efficacia nel bambino più grande.

Qual è il ruolo degli insegnanti? Come informarli?

Gli insegnanti hanno il compito, stabilito dalla normativa, di mettere in atto ciò che serve a ogni studente per favorire il profitto in base alle sue caratteristiche. Nel caso dello studente con DSA, i docenti devono attivare un Percorso didattico personalizzato comprensivo delle misure compensative e dispensative e dei criteri di valutazione personalizzati. Si consiglia di instaurare un dialogo costruttivo con il Dirigente scolastico e i docenti. A seconda dei casi può essere utile contattare il Referente per la dislessia della scuola.

Cosa sono i libri di testo in formato digitale?

I libri di testo possono essere richiesti anche in formato digitale (su cd-rom), un formato, cioè, compatibile con il personal computer, del tutto identico, nella forma e nel contenuto, al formato cartaceo del libro di testo.

Tale formato permette, se si possiede un software di sintesi vocale, di ascoltare il contenuto dei libri direttamente dal pc. Il libro digitale permette inoltre di gestire il testo con facilità per fare riassunti, semplificazioni, schemi ecc.

Come fare per avere i libri di testo in formato digitale?

I libri in formato digitale possono essere richiesti dai genitori attraverso l’iscrizione al sito dell’AID alla sezione LIBROA 

 Consigli per i genitori

Molti genitori si chiedono come possono aiutare i loro figli dopo aver avuto la diagnosi. Ecco di seguito alcuni consigli e/o suggerimenti che potrebbero tornare utili.

  1. Non sentitevi colpevoli. Voi non siete la causa della dislessia di vostro figlio e non avete potuto prevederlo.
  2. Non incolpate nessun altro: il bambino, l’insegnante, l’altro genitore. La dislessia è un fatto della vita: accettatela e pensate alle cose positive che potete fare per affrontarla.
  3. Parlate a vostro figlio e spiegategli come si manifesta e che cosa, insieme, potete fare per affrontarla e superarla.
  4. Leggete a vostro figlio, più spesso e più a lungo che potete. Il bambino potrà:
    1. sviluppare un più vasto vocabolario;
    2. udire parole pronunciate in modo appropriato;
    3. imparare ad amare i libri;
    4. conoscere i libri che i coetanei leggono;
    5. apprezzare un’attività senza la pressione scolastica.
  5. Leggete con vostro figlio utilizzando “leggere insieme” (paired reading) è una magnifica tecnica che incoraggia la lettura per il piacere e per il significato.

                       “Paired reading” ha due livelli:

  1.   leggere insieme, voi e vostro figlio dovete leggere le parole ad alta voce insieme.  Non dovete andare troppo veloce, adattatevi alla velocità di vostro figlio. Il bambino deve leggere ogni parola. Se vostro figlio “combatte” con una parola poi la legge giusta, mostrategli la vostra contentezza. Non lasciate mai che il tentativo della lettura per parola superi più di 5 secondi. In questo caso e nel caso di una lettura errata leggetegli la parola in modo esatto e fategliela ripetere in modo appropriato. Siate sicuri che il bambino guardi le parole. Può aiutare se uno dei due sottolinea la parola letta con un dito, sarebbe meglio se lo facesse il bambino.
  2.   leggere da solo, ad un certo punto vostro figlio si sentirà sufficientemente sicuro da  poter leggere un pezzetto da solo. A questo punto decidete un segno (ad es. alzare una mano) che lui può fare senza distrarsi, per farvi smettere di leggere con lui, mentre legge. Nel momento in cui incespica per più di 5 secondi, intervenite, leggetegli la parola e fategliela ripetere. Quindi riprendete la lettura insieme, fino a che vostro figlio non si senta sicuro e tranquillo da poter legger da solo. Ricordatevi di intervenire sempre nei momenti di difficoltà!
  3. Parlate con vostro figlio di questo, di quello, di ogni cosa, parlate. La vita familiare è così impegnativa per i genitori che spesso manca il tempo per parlare con i figli. E’ molto importante rimanere in stretto contatto con i ragazzi dislessici perché la dislessia influenza anche la personalità, non solo il rendimento scolastico; il non essere come i coetanei crea dei problemi che vanno attentamente seguiti dai genitori.
  4. Ascoltate vostro figlio. Imparate ad ascoltare ciò che dice e notate ciò che non dice. Notate il tono di voce per capire se ci sono cose che lo preoccupano. Fategli domande: “Cosa pensi di ciò?” “Come ti senti quando fai ciò?”
  5. Giocate con vostro figlio: scacchi, monopoli, memory, giochi di carte, shanghai. Tutti questi giochi sviluppano capacità di concentrazione, strategie, abilità di memoria, manualità fine e tanto altro. Con i bimbi più piccoli create rime, filastrocche, cantate. Non sottostimate mai il valore dell’apprendimento che ha un bambino stando con voi, guardandovi e copiandovi. I genitori sono gli insegnanti più importanti: l’insegnamento non è solo quello in cattedra!
  6. Fate gite e andate a visitare gli amici con vostro figlio. Non dovete necessariamente portarlo nei musei per acculturarlo. Una passeggiata in campagna o sulla riva di un fiume può essere un’ottima esperienza di apprendimento. I nonni sono spesso un grande aiuto per i bimbi dislessici, essi hanno più tempo per leggere loro dei libri, per ascoltarli e parlare.
  7. 10.  Se vostro figlio guarda la televisione,fatelo insieme a lui e commentate ciò che state vedendo.

11. Cercate delle affermazioni positive delle capacità del ragazzo ad esempio in campo sportivo, pittorico, musicale o quanto altro possa farlo sentire uguale o migliore dei coetanei.

 

 

 

 

 

 

 

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